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Concertone 1 maggio, Fedez vs Lega: “La Rai voleva censurarmi”.

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Sul palco del Concertone del Primo Maggio, Fedez ha spiazzato tutti leggendo una lettera rivolta a Draghi e, soprattutto, alla Lega. Salvini: “Fedez, incontriamoci”.

In prima serata su Rai Tre, durante il Concertone del Primo maggio, Fedez ha accusato la Rai di censura preventiva. Il rapper, però, nonostante i vertici Rai avessero definito “inopportuno” (in alcune parti) il suo discorso scritto per l’occasione, ha comunque deciso di leggerlo per intero senza omettere nulla, rivendicando così il diritto di dire la sua. D’altronde, la libertà di manifestazione del pensiero è un diritto costituzionalmente garantito. In questa invettiva mediatica, il rapper ha trattato vari temi: il Ddl Zan, il mondo dei lavoratori dello spettacolo dimenticato dalla politica, la lotta contro l’uguaglianza della Lega e l’aborto. L’artista milanese ha sottolineato il fatto di assumersi tutte le responsabilità in merito alle sue dichiarazioni.

Fedez e il lavoratori dello spettacolo

Fedez ha sollevato l’attenzione sui lavoratori dello spettacolo dimenticati da Draghi e dal suo governo: «Caro Mario, io capisco perfettamente – ha detto con veemenza e ironia il cantante -che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del Calcio e il numero dei lavoratori dello Spettacolo si equivalgono. Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni Quaranta e mai modificate sino ad oggi. Quindi Caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività sarebbe altrettanto gradito il suo intervento per il mondo dello spettacolo».

Fedez e il Ddl Zan

Ha continuato Fedez sul palco, passando al tema del Ddl Zan (riguardante le misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità). Fedez rivolgendosi ad Ostellari e alla Lega: «Due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan possa essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso. Ma, d’altronde Ostellari fa parte – allude ma non troppo il rapper – di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza».

«Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan — prosegue Fedez— e allora vediamole queste priorità: il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’Etichettatura del vino; la riorganizzazione del Coni; l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano; e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza».

Fedez vs Lega

Fedez – riferendosi alla lotta all’uguaglianza del partito leghista-  ha poi decantato un po’ dei loro aforismi, facendo nomi e cognomi: «Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno», Giovanni De Paoli consigliere regionale Lega Liguria. «I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali», Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia. «Gay vittime di aberrazioni della natura», Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti. «I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie», Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona. «Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza» Stella Khorosheva candidata leghista. «Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay», candidata della Lega Giuliana Livigni.

Fedez e l’aborto

Fedez ha concluso il suo monologo, facendo riferimento all’aborto. «Il presidente dell’associazione Pro vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon – termina così il rapper – in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan. L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia».

Fedez vs Rai

L’artista – dopo l’inaspettata e falsa smentita di Viale Mazzini sulla censura preventiva che non rientrerebbe nel modus operandi della Rai – per dare prova della genuinità delle sue dichiarazioni, ha deciso di pubblicare l’accesa conversazione telefonica avvenuta tra lui, il vicedirettore di Rai Tre e un suo collaboratore. Nella telefonata viene sollevata l’inadeguatezza del discorso al contesto e viene fatta espressa richiesta all’artista di “adeguarsi” al sistema. Molto dura la reazione del rapper milanese.

Ecco la telefonata:

http://https://www.youtube.com/watch?v=hXeWN6ygOIw

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