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Comune di Palermo, buco da 117 milioni. Parla Ferrandelli

Ben 117,5 milioni di euro per permettere al Comune di Palermo di aumentare il  Fondo rischi spese legali per le cause che di fatto potrebbe perdere a causa del fallimento delle varie aziende come Amia e Gesip. Il fondo, calcolato sulla base di dati prudenziali, di fatto non basta più e ha bisogno di essere incrementato con ulteriori fondi.

Le cause che il Comune di Palermo rischia di perdere sono molte di più di quelle previste e per questo l’avvocatura chiede che vengano stanziati in bilancio 117 milioni di euro in più di quelli finora previsti. A chiedere questo incremento, che porterebbe la cifra già stanziata a 193 milioni, l’avvocatura comunale che ha chiesto al ragioniere generale Paolo Basile di accantonare sul fondo Rischi spese legali questo 117 milioni in più. Lo stesso Basile ha commentato come la cifra sia alta a tal punto che porterebbe l’ente in una situazione di insuperabile precarietà e dissesto.

 

Il Consigliere Comunale di +Europa Fabrizio Ferrandelli, intervistato durante il Time Magazine di oggi, ha spiegato nel dettaglio la vicenda:

«È una nota, giunta dall’avvocatura comunale, alla ragioneria del Comune che redige i bilanci, che dice che a causa della perdita delle cause e di quelle legali che si sono fatte negli anni sia per il fallimento dell’Amia e della Gesip, va ricalcolato il fondo che viene appostato nel bilancio in maniera prudenziale in base allo stato attuale dei fatti. Bisogna aggiungere a questo fondo per le cause perse 112 milioni di euro. Stiamo parlando di valutazioni che vengono fatte dai legali del Comune sulla base di dati. Si sta aprendo un confronto per capire se il calcolo possa essere differente o meno. Già era difficile trovare 11 milioni per questo fondo, trovarne altri 100 è ancor più difficoltoso».

In merito ai milioni di debito del Comune di Palermo, Ferrandelli continua:

«A me non sembra l’ultimo dei mali perché quelli sono costretti ad arrivare. Da qui a breve ci saranno i debiti che la società dovrà pagare per i fallimenti dell’Amia e per l’incapacità di gestione di questa amministrazione. Alla RAP non mi sembra che la situazione sia migliore. 60 milioni per la RAP non sono di certo pochi. Noi dobbiamo dire una cosa: in tutte le città di Italia, il servizio di rimozione di rifiuti viene garantito attraverso il pagamento della TARI. Come mai Milano, che ha gli stessi problemi di inquinamento di Palermo e ce la fa e Palermo no? Se la Rap ha prodotto 60 milioni di euro, allora c’è qualcosa che non va nella gestione. Il Recovery prevede somme da utilizzare per investimenti qua si parla di coprire debiti (per la situazione RAP, ndr). Se provi a tappare i buchi da dove esce l’acqua con le mani, prima o poi questo di ripresenta».

Ferrandelli poi conclude:

«Tutte le soluzioni contabili sono fattibili, ma così si conferma la deficitarietà del Comune di Palermo che dopo dovranno pagare i cittadini in termini di disservizi e servizi non erogati. Chi ha amministrato ha portato alla disfatta e al deficit strutturale. Pagheranno il tutto i palermitani e il prossimo Sindaco. Momento delicato? Questo “momento” dura da 4 anni».

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