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La Corte Suprema Indiana pone definitivamente un punto

La Corte Suprema Indiana ha dichiarato definitivamente chiuso il caso Marò. Tutti i procedimenti nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono da ritenersi immediatamente conclusi. La decisione parte da lontano. Nel luglio del 2020 il tribunale internazionale dell’Aja, aveva tracciato la linea per il caso decidendo per l’immunità funzionale dei due Marò. Girone e Latorre, avendo eseguito ordini precisi, non potevano essere ritenuti responsabili delle conseguenze delle proprie azioni. Sempre il tribunale dell’Aja aveva decretato in quella data che spettava all’Italia portare avanti qualsiasi procedimento a carico dei due fucilieri. Contemporaneamente, riconosciuto l’errore nel comando impartito ai Marò, l’Italia avrebbe dovuto risarcire in denaro le famiglie delle vittime. La palla è passata quindi alla Corte Suprema Indiana.

Incontro Marò Napolitano

La stessa aveva stabilito lo scorso 19 aprile che il caso sarebbe stato chiuso a fronte di un indennizzo da cento milioni di rupie. Poco più di 1 milione di euro per definire chiuso il caso Marò. Proprio in questi giorni l’Italia ha provveduto a saldare quanto richiesto e, per questa ragione, ogni procedimento a carico di Girone e Latorre è stato definitivamente chiuso.

Le reazioni dei familiari dei Marò

Anche se possiamo definire chiuso il caso Marò, le parole dei diretti interessati non sono di certo trionfali. A parlare sono le consorti dei due fucilieri perché agli stessi è fatto esplicito divieto di parola in merito al caso, pena importanti sanzioni. “È arrivato il momento di domandarsi per quale ragione le autorità militari vogliano il segreto su tutto quello che mio marito conosce e potrebbe voler raccontare – così dice Paola Moschetti, moglie di Latorre – Ho soltanto la certezza che per l’Italia e per la nostra classe politica siamo stati carne da macello e nulla più”. Alla Moschetti ha fatto eco Vania Ardito, moglie di Girone: “È particolare leggere dei ringraziamenti da parte del ministro Di Maio nei confronti di chi ha lavorato duramente sul caso. Bisognerebbe ricordarsi di ringraziare i due soldati che si sono sacrificati per la Patria. Mio marito e Latorre sono stai abbandonati alla sottomissione indiana per tanti anni. Tutto questo tempo lontano dai propri cari non sarà loro mai più restituito”.

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Enrica LexieLe accuse ai Marò

Il calvario di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone era iniziato nel 2012. I fucilieri erano accusati di aver colpito a morte due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala. Latorre e Girone erano a bordo della nave commerciale italiana Enrica Lexie. In quel momento i fucilieri, erano incaricarti della sicurezza della nave in seno ad una missione antipirateria. La Lexie venne avvicinata da una piccola imbarcazione che non rispose ai segnali di stop. Temendo un abbordaggio da parte di pirati, Latorre e Girone spararono alcuni colpi di avvertimento. Soltanto in un secondo momento si resero conto che non si trattava di pirati ma del peschereccio Saint Antony. I due pescatori Ajeesh Pink e Valentine Jelastine che si trovavano a bordo della piccola barca morirono in quel frangente. I colpi centrarono anche Freddy Bosco, l’armatore del peschereccio, che però rimase ferito non in maniera mortale.

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