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di Davide Venza

Caldo in Sicilia

Mentre le istituzioni regionali dell’Italia settentrionale richiedono lo stato d’emergenza, a Palermo la situazione sembra sufficentemente stabile. Dopo un inverno caratterizzato da forti e durature piogge, i siciliani si stanno confrontando con una delle estati più calde mai viste prima. Non è stato difficile per i meteorologi verificare temperature che andassero facilmente oltre i 40°. Temperatura sicuramente inaspettata data la bassa stagione, che ha portato disagi e preoccupazioni. “Un problema di salute e sicurezza: con oltre 40 gradi lavorare nei cantieri o nei campi non è possibile, a maggior ragione se manca l’acqua”, sottolinea il responsabile del Lavoro Andrea Orlando.

“A Palermo non c’è un’emergenza siccità”

Tra i temi principali che questo clima tropicale ha riportato in auge, spicca su tutti l’emergenza siccità. Tema ampiamente dibattuto già negli scorsi mesi, è stato ripreso dal neo Sindaco Roberto Lagalla, che ha esposto la situazione e rassicurato i palermitani :”Veniamo da un autunno e un inverno piovosi che hanno sufficientemente dotato gli invasi sia per l’uso dei singoli cittadini, sia per l’utilizzo agricolo. Allo stesso tempo stiamo procedendo, grazie al lavoro dell’Amap, su due direzioni: un progressivo miglioramento della rete idrica per evitare perdite d’acqua, soprattutto nell’area della città metropolitana dove le perdite si attestano oltre al 15%”.

Come evitare disagi futuri

Nonostante le rassicurazioni che arrivano dai piani alti dell’amministrazione regionale, si è posto il problema della mancata sensibilizzazione sull’uso corretto dell’acqua. In un paese in cui si parla di parchi acquatici costretti a chiudere anticipatamente e di razionamento delle risorse idriche, Lagalla ha spiegato che:” bisogna insistere con la sensibilizzazione e stiamo, ancora una volta come negli ultimi anni, distribuendo un decalogo per un uso ragionevole e consapevole dell’acqua”. Il neo primo cittadino, per concludere, ha annunciato che incontrerà le autorità competenti per progettare al meglio il riuso a terra delle acque reflue depurato, per allinearsi ad altre regioni d’Italia.

 

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