Grande scivolata del neo sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso della Lega, che sul suo profilo Facebook riporta una citazione convinto che sia tratta dalla Divina Commedia di Dante.
“Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto”, scrive ma purtroppo la fonte è tratta dall’albo di 70 anni fa, una versione dell’opera a fumetti, in cui Topolino era disegnato come Dante Alighieri. Una gaffe che non può essere perdonabile per un insegnante, ne tantomeno un sottosegretario all’istruzione.
Sasso ha risposto “Faccio ammenda, quella frase è uscita sulla mia pagina Facebook e me ne assumo la responsabilità. Magari un giorno spiegherò l’accaduto. E intanto, per piacevole penitenza, mi impegno a rileggere i canti dell’Inferno“, ha detto a ‘la Repubblica’.
Difficile trovare una giustificazione che sia plausibile ad una cosa del genere, proveniente soprattutto da un esponente politico che ha il compito di guidare il sistema dell’istruzione del Paese. Neanche scherzarci su può e deve mettere in secondo piano la gravità della cosa.
Sbagliare ovviamente è umano, ma questo dovrebbe far riflettere molto su chi governa il nostro paese: coloro che sono a tutto tondo delle figure che hanno il potere di cambiare le cose e che dovrebbero essere degli esempi da seguire, non dovrebbero quantomeno assicurarsi di possedere le conoscenze minime o perlomeno avere l’umiltà di riconoscere di avere sbagliato perché non sanno?
Ovviamente Sasso non è il primo che fa uno scivolone di questo tipo e non sarà di certo l’ultimo.
Dua anni fa Lucia Borgonzoni, oggi sottosegretario alla cultura della Lega, affermò di “non leggere un libro da almeno tre anni” mostrando inoltre delle difficoltà con la geografia, in quanto fermamente convinta che la “sua” Emilia Romagna confinasse con il Trentino Alto Adige. Carlo Sibilia, sottosegretario agli Interni, del M5s, definì lo sbarco sulla Luna una farsa sbagliando anche l’anno dell’anniversario e i matrimoni tra gay “un incrocio tra specie”.
E come dimenticare gli strafalcioni di Lucia Azzolina ex ministra all’Istruzione, appartenente al M5s, che in un tweet confuse la parola “effrazione” con “infrazione” parlando dello scasso avvenuto a danno di una scuola in provincia di Foggia, e ignorò completante il significato della parola imbuto dichiarando che “Lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenza”, la cui funzione è quella appunto di svuotare essendo bucato da ambo i lati.
Questi alcuni dei milioni di casi che ogni giorno si sentono e riempiono la rete di notizie e tweet.
Allora ci si chiede come possiamo fidarci degli esponenti politici se sono i primi a non conoscere la materia di cui si dovrebbero occupare? Per accedere e ricoprire un ruolo cosi delicato come quello politico, non dovrebbero essere richiesti dei requisiti di base? Siamo sicuri che l’istruzione non sia più importante e imprescindibile per coloro che ci governano e da cui dipendono le sorti del Paese?
A voi larga sentenza.