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Ancora un morto per la Polizia in America.

In U.S.A. ancora un morto durante un fermo di polizia. E’ accaduto in California nella cittadina di Alameda, a pochi giorni dalla storica sentenza Floyd. Un ispanico di 26 anni è deceduto nella concitata fase del suo arresto. Si chiamava Mario Arenales Gonzalez e, al momento del fermo, si trovava in un parco pubblico in evidente stato di ubriachezza. Proprio lo stato alterato della vittima aveva indotto alcuni residenti della zona ad allertare le forze dell’ordine. L’intera vicenda risulta ripresa dalla bodycam di uno dei poliziotti coinvolti nella morte del ragazzo. Dalle immagini non è chiaro quale possa essere stato il motivo per il quale un normale fermo si sia trasformato in un potenziale omicidio. Inizialmente Gonzalez non sembra opporre resistenza. In un secondo momento, forse per via l’alcool, la situazione è diventata complicata e gli agenti hanno dovuto immobilizzare il ragazzo a terra. La morte sarebbe sopraggiunta per asfissia anche se per averne certezza si attende l’esito dell’autopsia. Per gli agenti coinvolti, Eric McKinley, Cameron Leahy e James Fisher, è scattata immediatamente la sospensione dal servizio in attesa degli sviluppi della situazione.

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La reazione della famiglia Gonzalez.

Il primo a parlare dell’accaduto è stato Gerardo Gonzalez, fratello della vittima. Durante una conferenza stampa ha detto: “Hanno ucciso mio fratello! I poliziotti di Alameda hanno assassinato mio fratello. La sua morte – ha aggiunto disperato -era completamente evitabile e inutile, una persona ubriaca in un parco non equivale a una sentenza capitale”. Con i giornalisti è intervenuto anche l’avvocato della famiglia, Julia Sherwin, che ha anche accusato la polizia di aver dichiarato il falso nel suo primo rapporto. In un primo momento infatti, dal verbale degli agenti coinvolti, si evinceva un alterco che avrebbe reso necessario l’uso della forza del quale però non esiste traccia nelle immagini rese pubbliche.

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