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I sindaci non possono limitare il 5G

limitare il 5GIn Italia i primi cittadini di oltre 500 comuni, su e giù per lo stivale, si erano adoperati per porre un freno allo sviluppo della rete 5G nel proprio territorio comunale. Ogni primo cittadino aveva sfruttato l’unica arma ancora utile contro i colossi delle telecomunicazioni: l’ordinanza a tutela dei propri concittadini. Quanto fatto fino ad oggi è stato letteralmente azzerato dall’articolo 38, comma 6 del decreto legge numero 76 del 16 luglio relativo a “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”. I sindaci non possono limitare il 5G è in sostanza quello che prevede il decreto Semplificazioni con un emendamento già pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 16 luglio.

Cosa è cambiato

Quanto inserito nel decreto Semplificazioni, atto a favorire lo sviluppo tecnologico del paese, va a sostituire l’articolo 8 della legge numero 36 del 22 Febbraio 2001 che, nei fatti, lasciava ancora ad ogni primo cittadino la possibilità di intervenire sui luoghi dove installare antenne per le telecomunicazioni, decidere la distanza delle stesse dai centri abitati o addirittura vietarne la presenza sul proprio territorio comunale.

Cosa dice la norma

Con l’introduzione dell’emendamento pubblicato lo scorso 16 luglio, adesso il passaggio relativo alla responsabilità dei sindaci recita così: “i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo”.

L’accelerazione nelle scorse giornate

L’episodio che potrebbe aver determinato un’accelerazione in questo senso, con tanto di emendamento pubblicato in fretta e furia su Gazzetta Ufficiale, potrebbe essere arrivata dal sud Italia ed esattamente dalla Calabria. Pochi giorni fa la Commissione che ha allo studio il 5G, durante un’audizione alla Camera dei Deputati, ha rimarcato per l’ennesima volta il fatto che non ci siano al momento evidenze scientifiche sugli effetti negativi che il 5G possa avere nei confronti della popolazione. Quasi contemporaneamente, qualche centinaio di chilometri più a sud, il Sindaco di Reggio Calabria emetteva un’ordinanza che vietava l’installazione di reti di ultima generazione in città al fine di difendere la salute dei cittadini.

Vibrante anche la protesta di Francesco Rucco, sindaco di Vicenza: “In questo modo il Governo esautora i sindaci che rappresentano la massima autorità sanitaria locale e che quindi hanno la responsabilità della salute dei cittadini“.

Nessuno ha ancora dimostrato che le reti 5G siano dannose per l’uomo. Nessuno ha però prova dell’esatto contrario. In materia esiste una sola certezza in Italia: i sindaci non posso limitare il 5G.

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