Condividi:

PISTE CICLABILI E FOCOLAIO DA BIAGIO CONTE, PARLA IGOR GELARDA

 

Piste ciclabili, ma anche il focolaio da Coronavirus al centro “Speranza e Carità” di Biagio Conte. Di questo ha parlato Igor Gelarda, Consigliere Comunale della Lega, al Time Magazine di oggi.

 

Numerose le polemiche sulle piste ciclabili a Palermo, soprattutto sul modo in cui sono state realizzate.

 

«I cordoli nelle piste ciclabili negli stalli per disabili? Non rispettano il codice della strada. Le norme impongono che negli stalli per i disabili bisogna lo spazio per permettere ai disabili di scendere dall’auto. Ovvero ci serve uno spazio anche per le persone in carrozzina che vogliono muoversi liberamente. Così non può funzionare. Il problema non è la pista ciclabile, che anzi vogliamo che si implementi, ma così fai diventare nemico l’automobilista con il ciclista. Non ha fatto un progetto condiviso. L’assessore bypassa il parere del Consiglio Comunale che è la voce dei cittadini. Non è un’integrazione al tessuto urbano, ma un dito nell’occhio. I servizi per i disabili, soprattutto al sud, sono già assenti. Invito l’Assessore Catania a fare un giro con me, che per chiedere un presidio per i disabili nelle Asp le file sono lunghe e non sai se ti daranno il presidio. È un problema».

 

Igor Gelarda ha inoltre parlato del focolaio da Coronavirus scoppiato nel centro “Speranza e Carità” di Biagio Conte, con oltre cento persone positive al covid19 e con diversi che fuggono dal centro:

«Abbiamo una nota ufficiale del sindacato di Polizia che dice che una persona del centro, positivo al Covid, è andato all’Ufficio stranieri per chiedere il permesso di soggiorno. Ci sono persone che vivono nella zona vicino il centro di Biagio Conte che ci dicono che altre persone sono scappate durante la notte. La falla negli ingressi principali non c’è, il problema è che l’area è enorme e confina con molte zone ed  è impossibile monitorarla tutta. Noi chiederemo lo schieramento dell’Esercito, che serve anche per presidiare il territorio. Noi li aiutiamo, ma non possono fare ciò che vogliono. Ci sono delle regole da seguire».

 

Condividi: