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PATRIZIA DI DIO AL TIME MAGAZINE SUL NUOVO DPCM

 

Il nuovo DPCM di Giuseppe Conte ha diviso l’Italia in fasce: zone rosse, gialle e arancioni. La Sicilia, insieme alla Puglia, è stata inserita in quella arancione: area ad elevata gravità. Tra le norme presenti, anche la chiusura totale di bar e ristoranti. Patrizia Di Dio, Presidente di Confcommercio Palermo, intervenuta al Time Magazine su Radio Time, ha parlato proprio della chiusura di attività che hanno già sofferto tanto dal punto di vista economico e del nuovo DPCM:

 

« Ennesimo colpo mortale, ma non solo per bar e pasticceria, ma anche a quello che sono state una serie di inefficienze, incapacità a tutti i livelli. Questo teatrino della politica, su di noi che siamo la carne viva e su cui si abbattono. Noi del sud abbiamo prima subito la chiusura totale in un periodo in cui era immotivato chiudere per noi, ma lo abbiamo fatto. Abbiamo subito altre due settimane di lockdown ingiustificato a maggio. Noi imprenditori abbiamo scalato le montagne.  Quando ci dicono che il PIL negli ultimi tre mesi ha avuto un’impennata, è normale perché abbiamo lavorato duramente per rimetterci in carreggiata. Hanno avuto mesi per adeguare il sistema sanitario e ospedaliero. Un paese che non è riuscito a gestire. Le persone in terapia intensiva sono in quota millesimale. Negli ultimi mesi abbiamo chiesto a Musumeci e Razza di darci conto della situazione in terapia intensiva».

 

Patrizia Di Dio poi punta il dito sulla Regione Sicilia:

«Noi non ci illudiamo delle mancette, dei piatti di lenticchie. Da parte della Regione non è arrivato un solo euro agli imprenditori che sono stati chiusi, noi a questo punto vorremmo andare avanti con le nostre forze, quindi che ci facciano lavorare. Gli unici denari che sono arrivati, sono arrivati dall’agenzia delle entrate. Dalla Regione invece no. Noi da mesi chiediamo di fare presto e bene. Il Governo ha il dovere di far funzionare le cose».

 

In merito alla situazione sanitaria attuale, e in merito al nuovo DPCM, Patrizia Di Dio ha così commentato:

«Se la situazione di emergenza è ordinaria, dobbiamo attrezzarci in modo che questa situazione venga gestita. Il 75% dei contagiati sono asintomatici. Il 20% ha dei lievi sintomi.  Nel 5% abbiamo le situazioni più gravi. Noi dobbiamo gestire la seconda ondata, perché non possiamo morire di fame. Se non ci sono le capacità, che si tolgano dalle scatole. Il più grande atto d’amore che possono fare, per l’Italia e la Sicilia, è togliersi dalle scatole. Stiamo affondando».

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