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REGISTRATA UNA RIPRESA DELLE REAZIONI DI FISSIONE NUCLEARE

 

A poco più di 35 anni dal tragico evento, il reattore 4 della stazione nucleare di Chernobyl si è “risvegliato”.

 

Il reattore 4 della stazione nucleare di Chernobyl fu all’origine del disastro avvenuto il 26 aprile 1986. Questo è stato rinchiuso in un enorme sarcofago di cemento armato ricoperto da una volta in acciaio rinforzata da 36.000 tonnellate di calcestruzzo. Nel novembre 2016 la copertura è stata sostituita da una nuova struttura di contenimento, ovvero dal “New Safe Confinement” (NSC).

 

Secondo quanto dichiarato da Neil Hyatt, chimico dei materiali nucleari all’Università di Sheffield, all’interno sono riprese reazioni di fissione nucleare che l’esperto ha paragonato alle «braci rimaste dopo un barbecue»

 

«I sensori stanno registrando un crescente numero di neutroni, segnale di una fissione», ha detto Anatolii Doroshenko dell’Istituto ucraino per la sicurezza nucleare, nel corso di un confronto la settimana scorsa sullo smantellamento del reattore.

 

Le incertezze sono numerose, tuttavia non è da escludere la possibilità di un incidente.

 

Secondo quanto dichiarato da Emilio Santoro, fisico che ha diretto in passato il reattore di ricerca dell’Enea a la Casaccia, è da escludere «uno scenario tragico come quello di 35 anni fa. In teoria, nel peggiore dei casi – spiega l’esperto all’AGI – le radiazioni e il calore potrebbero ulteriormente infragilire strutture compromesse, il cui collasso favorirebbe l’innalzamento di polveri contaminate, ma queste dovrebbero rimanere confinate all’interno del sito. Se anche dovesse prodursi nel tempo una fuoriuscita, dovuta a grossi cedimenti strutturali e a qualche difetto di confinamento, tutto dovrebbe limitarsi sempre all’area del sito».

 

L’esperto parla di un processo lento ed è un fenomeno «legato all’aumento del conteggio dei neutroni nel sito di Chernobyl, che non è qualcosa che si è verificato improvvisamente. Può succedere con infiltrazioni di acqua piovana, ma in questo le condizioni dovrebbero ritornare a quelle di partenza una volta che l’acqua evapora. In questo caso forse potrebbe esserci un legame con una modifica della struttura interna del ‘corium’, cioè quella sorta di ammasso costituito da combustibile e strutture collegate a esso che si è formato dopo l’incidente di 35 anni. Ma è solo un’ipotesi».

 

Gli esperti stanno già lavorando per contenere i rischi. Il danno principale, dovesse verificarsi un nuovo incidente, sarebbe lo spargimento di polveri radioattive all’interno della struttura, che complicherebbe il processo di smantellamento della centrale, in atto ormai da diversi anni. Gli scienziati ucraini hanno a disposizione qualche anno di tempo per scongiurare questa possibilità. L’aumento delle reazioni può comunque interrompersi da solo.

 

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