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Capita sempre più spesso che si viva con la testa dentro un pc, senza rendersi conto che le parole scritte, i pensieri e gli improperi nei confronti di qualcuno, possano essere passibili di conseguenze. Ad esempio le offese al Presidente della Repubblica. È sicuramente un segnale importante che viene trascurato, salvo doversi confrontare con la giustizia. È il caso di undici persone indagate dalla Procura di Roma, per i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente Sergio Mattarella, e anche per istigazione a delinquere. I fatti risalgono all’aprile del 2020 e al febbraio del 2021, e sono legati alle scelte fatte per il contrasto alla diffusione del Covid-19. Tra gli indagati un professore universitario, un pensionato, un ottico e anche due giornalisti. Qualcuno potrebbe porsi la domanda: “ma cosa speravano di ottenere?” Questo non la sappiamo, ma è più grave il fatto che i soggetti indagati non si rendano conto della realtà, aberrando le loro vite sui social, forse convinti di essere dei salvatori della Patria. La cosa triste è che non è la prima volta che accade, forse questi ultimi pensavano di essere più scaltri!

L’art. 278 C.p. recita: “Chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni“.

 

di Mario Caminita

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