Orban, il premier ungherese, è il protagonista indiscusso di questi ultimi giorni in tutta Europa e non solo nelle sedi ufficiali. Sono ore frenetiche, infatti, per gli utenti di Twitter.
Oggi è salito in tendenza l’hashtag #iostoconOrban ed è subito scoppiato il putiferio tra chi inneggiava al dittatore dello Stato est europeo e chi, invece, ha espresso il suo totale dissenso. Come già spiegato in precedenza in un altro articolo, pochi utenti sono riusciti a creare un vortice social tale per cui l’hashtag proposto sia arrivato al 1° posto tra gli argomenti più cliccati e commentati.
Andando a ritroso, è possibile scoprire che quegli stessi utenti siano fan e seguano le attività dei partiti di centrodestra (Lega e Fratelli D’Italia su tutti) ma, al momento, nessuno dei leader chiamati in causa ha “usato” l’hashtag per agganciarsi al thread.
Molti di questi, insieme a chi si è aggiunto successivamente, difendono la scelta di Orban di portare avanti la legge che limiterebbe le libertà della comunità LGBT+ anche se, a mezzo stampa, il Capo di Stato ‘vende’ il suo progetto come un qualcosa che “difende genitori e bambini”. La domanda che si pongono tutti è: ma da cosa vanno difesi genitori e bambini?
Dall’altro lato non c’è nessun riferimento a schieramenti politici di sinistra, solo una dura e aspra presa di posizione di difesa delle minoranze che, una volta passata la legge, non avrebbero nessun tipo di libertà d’espressione e nessuna possibilità di integrarsi nel tessuto societario ungherese.
Questi stessi utenti, tra l’altro, attaccano l’Unione Europea di non usare il pugno duro per difendere i propri cittadini, considerato l’assunto che anche l’Ungheria fa parte dell’UE e che, come in tutti gli altri Stati membri, devono esserci pari diritti e dignità per il singolo essere umano, a maggior ragione se fa parte di una minoranza attaccata e denigrata costantemente e continuamente, come raccontano le cronache giornaliere.
A tutto questo si aggiunge un dettaglio non irrilevante. Dopo Algida e Mulino Bianco, infatti, un’altra azienda ha scelto di puntare sull’inclusività e sull’uguaglianza per il lancio della propria campagna pubblicitaria. Si tratta dell’azienda di compravendita di immobili Idealista, nel cui spot racconta quello che è un aneddoto comune a milioni di persone e che vi mostriamo qui sotto.
La ‘nuova normalità’ passa anche dai piccoli gesti, come quello di Idealista e come quelli che stanno portando avanti gli utenti dei social nel difendere chi ha meno diritti, allo stato attuale, degli eterosessuali.
Nel frattempo arrivano anche le prese di posizione di altri capi di Stato come Xavier Bettel, premier del Lussemburgo dichiaratosi omosessuale già da molto tempo. Bettel ha dichiarato: “Non sono diventato gay. Lo sono, non è una scelta. Ti rispetto, ma questa è una linea rossa. Riguarda i diritti fondamentali, il diritto di essere diversi”, ha concluso nel suo accorato discorso rivolto a Orban.
Il premier olandese Rutte ha aggiunto di far fuori l’Ungheria dall’Unione Europea, mentre il belga Alexander De Croo e il portoghese Antonio Costa si sono presentati al summit dei 27 Stati europei con una spilla arcobaleno in bella vista sulla giacca.
Mario Draghi lascia la palla alla Commissione. “Spetta a loro stabilire se l’Ungheria viola o meno il Trattato europeo”.
Sul fronte politico quasi tutti sono schierati contro Orban, così come sui social, ma la battaglia per i diritti è ancora molto aperta e destinata a fare discutere per molto tempo.