Siamo partiti da sfavoriti, da squadra che avrebbe al massimo potuto giocare gli ottavi. Siamo gli esclusi del Mondiale in Russia, eravamo la squadra che “ha affrontato solo le piccole” e che con le grandi avrebbe fatto fatica. Eppure, dopo 34 risultati utili consecutivi, l’Italia di Mancini è tornata a vincere un Europeo che mancava da 53 anni.
Un mix di esperienza, giovinezza, voglia di rivalsa e spensieratezza messi insieme da Roberto Mancini, l’unico “folle” che ci ha creduto fin dall’inizio e che, come una fenice, ha fatto rinascere la squadra dalle sue ceneri. Non avremo grandi campioni in rosa, ma il calcio è un gioco di squadra e questa Nazionale ha dimostrato quanto il gruppo possa fare la differenza.
Dopo un anno e mezzo di pandemia, con l’Italia che è stata tra i paesi più colpiti, si torna a gioire e a cantare l’inno di Mameli dai balconi, dalle piazze e dai pub. Non tutti seguono il calcio, eppure la Nazionale ha questo strano potere che riesce ad unire e coinvolgere anche chi il calcio non lo segue per niente.
L’Italia ha sofferto, ha lottato, e anche contro l’Inghilterra, nell’unico match dell’Europeo in cui è andata in svantaggio, ha dimostrato maturità, serietà e voglia di lottare.
Ma se da un lato c’è da premiare il lavoro del gruppo e di Mancini, dall’altro c’è da premiare il singolo che è stato protagonista anche in finale: Gigio Donnarumma. Un ragazzotto di 22 anni, alto 1,96 m e che ha spesso fatto parlare di sé per le sue scelte di carriera “discutibili”. Eppure, con le sue manone e la sua grandissima qualità ha portato l’Italia sul tetto d’Europa riuscendo a parare due dei tre rigori sbagliati dall’Inghilterra. Una prestazione che lo ha portato ad essere premiato come “giocatore del torneo” per Euro2020 e che lo rende tra i portieri più forti del mondo.
Una menzione speciale, infine, per Spinazzola, infortunatosi contro il Belgio, ma protagonista della cavalcata azzurra.
Un “rinascimento italiano” che ci fa gioire dopo un anno e mezzo di pandemia.