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Questa data internazionale, uguale in tutto il mondo, ha l’obiettivo di eliminare qualsiasi forma di violenza nella piena affermazione dei diritti di tutti gli esseri umani,

ponendo una marcata attenzione sul fenomeno della violenza contro le donne e di genere.

Questa data, 25 novembre,trae la sua individuazione storica da uno dei primi fatti di sangue eclatanti messi a segno con violenza e crudeltà contro le donne nella Repubblica Dominicana, le cui vittime furono tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal, su ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.

Il Femminicidio si consumò negli anni della dittatura trujillista, una delle più dure dell’America Latina.

Salito al potere Trujillo, molte famiglie del paese, e perciò anche la loro, perse quasi tutti i propri averi, prima nazionalizzati, poi incamerati direttamente dal dittatore nei suoi beni privati. Le sorelle Mirabal decisero negli anni cinquanta di impegnarsi con decisione nei confronti della lotta contro la dittatura.

 

Loro erano:

Patria Mirabal, la maggiore delle sorelle, sposata dal 1942 con Pedro Gonzalez Cruz e madre di quattro figli;

Minerva Mirabal, donna di gran cultura e volontà di ferro, militò nella resistenza antitrujillista dal 1949. Nel 1954 si sposò con Manuel Aurelio Tavares Justo, detto Manolo, e i due ebbero due figli. Minerva proseguì i suoi studi, nonostante il clima avverso che regnava nel suo paese, laureandosi in diritto nel 1957,presso la facoltà di diritto dell’Università di Santo Domingo.

Maria Teresa Mirabal, studiò anch’ella, ma presso la facoltà di ingegneria e architettura di Santo Domingo, ottenendo il titolo di agronomo. Con le sorelle condivise l’impegno per porre fine alla dittatura trujillista. Nel 1958 si sposò con l’ingegnere Leandro Guzman, con il quale, nel 1959, ebbe una figlia.

Le atrocità in cui vissero la gioventù ed il resto della propria vita, indussero le tre sorelle, a prendere posizione per le proprie famiglie e per il futuro dei propri figli, ribellandosi ed impegnandosi contro il regime,fondando nel 1960 il “Movimento 14 di giugno”, sotto la direzione di Manolo Travares Justo, dove prima Minerva e poi anche María Teresa usarono, come nome in codice, Les Mariposas (“Farfalle”).

Questo gruppo politico clandestino si espanse velocemente in tutto il paese.

Nel gennaio del 1960, il movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo, il SIM (Servico de Inteligencia Militar), e i suoi membri vennero perseguiti e incarcerati; tra questi le sorelle Mirabal e i rispettivi mariti. Molti dei prigionieri vennero inviati al carcere di “La 40” (carcere di tortura e morte). Le sorelle vennero liberate alcuni mesi dopo, ma i loro coniugi restarono reclusi. Il 25 novembre 1960,le sorelle Mirabal, andarono a fare visita ai mariti Manolo e Leandro, trasferiti nel carcere della città di Puerto Plata. L’auto sulla quale le stesse viaggiavano venne intercettata e bloccata, e le tre donne furono costrette a scendere dal veicolo e condotte in un luogo appartato, una piantagione di canna da zucchero, dove furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere rimesse nel veicolo sul quale stavano viaggiando, che fu spinto giù da un dirupo, per simulare un incidente.

Trujillo che vedeva nelle sorelle Mirabal la forza primigenia della ribellione, credette di aver mozzato la testa al suo personale nemico, ma ne ottenne l’effetto opposto, scuotendo le coscienze del movimento e di chi ancora non ne faceva parte e si trovò contro l’intera opinione pubblica dominicana, che, sebbene censurata, culminò nella ribellione unamime che portò all’assassinio di Trujillo, nel 1961.

Da lì al primo vero, consapevole e organizzato movimento femminista latinoamericano e caraibico, trascorsero più di ventanni e nel 1981, al primo incontro del movimento, svoltosi a Bogotà, in Colombia, fu indicata la data del 25 novembre per celebrare la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal, Les Mariposas.

Ed ancora tanta acqua sotto i ponti di tutto il mondo è passata, e tante altre farfalle innocenti, fiduciose, inermi, ingenue, illuse hanno perso la vita,la dignità, il diritto al fututo, alla felicità, a godersi i propri figli, i propri sacrifici, a realizzare i propri sogni, per pura crudeltà umana, a volte per motivi grandi, di comunità di coscienza politica come le Mirabal, altre volte per gelosia, per possesso, altre volte per violenza fine a se stessa, a volte senza nessun motivo.

E’ il 25 novembre 2022 ed in Italia i dati aggiornati al 15 novembre registrano 76 femminicidi e 12 figlicidi, per un totale di 88 uccisioni.

Il corollario ai dati precisa che “il femminicidio è l’omicidio di una donna in quanto tale da parte di uomini, per motivi quali rifiuto, gelosia e incapacità di accettarne l’autodeterminazione. Non tutte le uccisioni volontarie di donne possono essere classificate come femminicidi!

A volte certe cose, per crederle vere, occorre guardarle in faccia, ci serve dare loro un nome, perchè per proteggerci dalla paura, sfuggiamo l’orrore e la crudeltà, ma per difenderci nella realtà, cè un momento preciso dell’anno in cui oltre ad una prece o un pensiero o un mantra o un’emozione di pace per tutte le donne farfalle vittime di femminicidio, quell’orrore e quella crudeltà bisogna guardale dritte in faccia !!!

1. “Orrore nel Regno Unito, dove una 19enne canadese viene uccisa a coltellate dal fidanzato britannico: lo aveva conosciuto su un’app di dating e lo amava. Poi le cose erano andate come spesso succede: la chat, l’amore e la decisione di Ashley di trasferirsi dal Canada all’Inghilterra. Il trasferimento dal Canada e l’orrore e dopo quello, che un’entusiasta 19enne aveva definito “incredibile viaggio a Londra”, c’è stato l’epilogo terribile e criminale, con Jack, il suo amato, che l’ha uccisa a coltellate. Il cadavere della vittima venne ritrovato il primo febbraio di quest’anno in un appartamento di Chelmsford. Secondo quanto emerso dal dibattimento Jack avrebbe pugnalato Ashley al petto diverse volte e senza alcun movente agli atti.  I genitori della vittima non erano inquieti perché Ashley sembrava felice ed era stata sempre una globe trotter malgrado la giovane età.” (cit.)
2. Conosce un ragazzo online e se ne innamora, lui la fa a pezzi e ne rimuove pezzi del corpo e del volto pubblicando le foto su TikTok:Blanca Arellano, 51enne, di Città del Messico voleva incontrare il suo Juan Pablo Jesús Villafuerte, 37enne peruviano ed ha percorso 4mila chilometri per vederlo e per trovare una morte orribile. La donna è stata uccisa e smembrata, mentre l’uomo con cui si frequentava è stato arrestato “con l’accusa di traffico di organi umani”. Secondo quanto si apprende Blancaa aveva instaurato una relazione virtuale con il 37enne Juan Pablo, studente di medicina umana e biotecnologia.” (cit.)
Nel solo mese di Novembre 2022, al giorno 20…
3. “Slobodanka Metusev, 48 anni, è stata uccisa la mattina del 6 novembre 2022 a Capoterra in provincia di Cagliari, per mano del compagno, Stevan Sajn, 50 anni. La coppia, originaria della Serbia, era ospite di una struttura di accoglienza per migranti e rifugiati politici gestita dalla Prefettura e dalla Onlus “Pueblos Unidos”, situata a poca distanza dalla Chiesa di Sant’Efisio nel centro storico del paese.‍ L’omicidio si sarebbe consumato nell’alloggio che i due coniugi condividevano. Dopodiché l’uomo sarebbe sceso in strada e si sarebbe allontanato dall’edificio. Alcuni addetti nelle vicinanze si sono accorti del drammatico accaduto e hanno lanciato l’allarme. Le forze dell’ordine sono accorse sul posto e hanno trovato il cadavere della vittima con diverse lesioni d’arma da taglio. Il personale del 118 non ha potuto fare nulla per rianimarla: troppo gravi le ferite riportate, era già deceduta.”
4. “Anastasiia Alashri è una ragazza di 23 anni, scomparsa nel corso del 13 novembre 2022 da Fano, città in provincia di Pesaro-Urbino dove risiedeva insieme al figlioletto di 2 anni e il marito Amrallah Moustafa Mahjoub Alashrj, 42 anni, dal quale si stava per separare.‍ La mattina del giorno successivo la giovane è stata trovata morta in un’area rurale della stessa città. A compiere la scoperta sono stati i Carabinieri che avevano avviato le ricerche in seguito alla denuncia di scomparsa, presentata il giorno prima da un conoscente della vittima. La ventitreenne, originaria dell’Ucraina, si era trasferita da Kiev a Fano nel marzo del 2022, dopo lo scoppio della guerra nel suo paese, insieme al piccolo figlio e al marito quarantaduenne con doppia nazionalità, ucraina ed egiziana. Anastasiia aveva trovato lavoro in un ristorante della città marchigiana. A segnalare ai militari la posizione del corpo senza vita della vittima sarebbe stato proprio l’uomo dal quale la giovane si stava per separare. La sera del 13 novembre Mostafa era stato fermato dai Carabinieri alla stazione di Bologna, presumibilmente in procinto di allontanarsi dall’Italia per recarsi all’estero. Accanto al cadavere era presente anche una borsa contenente degli indumenti e due armi bianche.
5. “Paola Larocca, 55 anni, è morta all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, la mattina del 16 novembre 2022. Poche ore prima, nella sua abitazione a San Mango Piemonte (Salerno) era stata aggredita a coltellate dal marito Rodolfo Anastasio, 56 anni, dal quale si stava per separare.‍L’uomo era il titolare di un noto ristorante di Salerno che gestiva insieme alla moglie. Il cinquantaseienne da qualche mese non risiedeva più stabilmente a San Mango, infatti, si era allontanato dalla ormai ex compagna per sistemarsi in un bed and breakfast a Salerno, separato di fatto, ma non giuridicamente dalla coniuge. Anastasio però, quasi tutti i giorni, ritornava nella vecchia abitazione per assistere i suoi cani. Quegli incontri mattutini con la moglie, tuttavia, sfociavano in quotidiani litigi. La mattina del 16 novembre l’uomo aveva colpito la signora Larocca con diversi fendenti d’arma da taglio. Sul posto sarebbe intervenuto anche uno dei due figli adulti della coppia, che aveva rimediato alle ferite, fortunatamente non gravi, nel tentativo di difendere la madre. La donna non è morta subito. I vicini di casa erano riusciti a dare l’allarme, permettendo l’intervento dei soccorsi che hanno trasportato la vittima all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Purtroppo, le lesioni riportate erano troppo gravi. La cinquantacinquenne è deceduta nel nosocomio del capoluogo salernitano. Nel frattempo il marito si era allontanato dall’abitazione a bordo di un veicolo, dirigendosi verso il cavalcavia che collega San Mango all’autostrada A2, tra gli svincoli della stessa cittadina e Pontecagnano Nord. Lì ha accostato l’auto, ha legato una corda alla ringhiera laterale, ha avvolto il cappio al collo e si è lasciato cadere nel vuoto, impiccandosi.‍ Da tempo il matrimonio della coppia era in forte crisi. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, l’omicidio-suicidio sarebbe stato premeditato. Sembra che il cinquantaseienne non volesse accettare la fine di quella relazione, nonostante la separazione fosse stata già avviata.‍ Anastasio sarebbe stato convinto del fatto che la moglie avesse un altro uomo. Un comportamento ritenuto ossessivo da parte della donna che, soltanto quattro giorni prima del delitto, si era presentata in Questura per denunciare il coniuge e chiedere un provvedimento restrittivo che gli impedisse di avere contatti con lei.‍”
6. “Giovedì 17 novembre 2022 Yang Yun Xia, 45 anni, e Li Yan Rong, 55 anni,‍originarie della Cina, sono state trovate morte in un’abitazione di via Augusto Riboty a Roma, nel quartiere Prati.‍ Una delle due vittime è stata trovata insanguinata sul pianerottolo, mentre l’altra era all’interno dell’appartamento. L’allarme sarebbe stato lanciato dal portiere dello stabile dopo avere scoperto il corpo senza vita della prima donna con gli indumenti sporchi di sangue. Poco dopo, sempre nel quartiere di Prati, la Polizia ha trovato il corpo senza vita di un’altra donna in un’abitazione di via Durazzo. Si tratta di Martha Castano Torres, 65 anni, originaria della Colombia. La sudamericana condivideva quell’alloggio insieme alla sorella. Tutte e tre le donne lavoravano nell’ambito del sex working. Secondo le ricostruzioni, l’omicidio della sessantacinquenne sarebbe stato il primo in ordine temporale. Poi è avvenuto l’omicidio delle altre due. Nell’appartamento di via Riboty sarebbe stata aggredita prima la più giovane, poi l’altra donna sarebbe intervenuta nel tentativo di difendere la coinquilina, ma sono rimaste uccise entrambe. Gli omicidi erano stati compiuti dalla stessa persona. Infatti il successivo 19 novembre è stato fermato Giandavide De Pau, 51 anni. Gli inquirenti erano arrivati al suo nome dopo una segnalazione fatta pervenire alle forze dell’ordine da una sua stretta parente. L’uomo avrebbe numerosi precedenti penali e di polizia per reati inerenti agli stupefacenti, alle armi e contro la persona. Nei giorni successivi sarebbe emerso che De Pau, la notte seguente ai tre delitti, avrebbe cercato di ottenere un passaporto falso nel tentativo di fuggire e lasciare l’Italia. Il 23 novembre, nell’interrogatorio di garanzia, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo.‍”
“Vera Myrtaj, 37 anni, è stata trovata morta insieme al nuovo compagno Flonino Merkuri, 24 anni, nel corso della serata del 20 novembre 2021 in un’abitazione di Spinea in provincia di Venezia.‍La donna, originaria dell’Albania (aveva preso il nome Mynevere Karabollaj dopo il matrimonio), si era separata dal marito con il quale aveva convissuto nella stessa abitazione fino a circa tre anni prima.‍A dare l’allarme sarebbe stata la primogenita delle due figlie della vittima. Sul posto sono giunti i Carabinieri della locale stazione che avrebbero rivenuto delle lesioni d’arma da taglio su entrambi i cadaveri. In un primo momento si era pensato ad un omicidio-suicidio, ma in seguito i rilievi degli investigatori hanno indirizzato le indagini sulla pista del duplice omicidio.Ad uccidere la donna e il giovane era stato Viron Karabollaj, 40 anni, ex marito della vittima. I militari avevano avviato le sue ricerche, ma risultava irreperibile. La caccia all’uomo si è protratta per tutta la notte ed è terminata la mattina seguente, in un capannone di Chirignago, frazione di Venezia. L’uomo si era tolto la vita.‍ Secondo le ricostruzioni, Viron nel pomeriggio si era recato a casa dell’ex compagna per prelevare la figlia più piccola e portarla nella sua abitazione. In seguito l’ha lasciata a casa ed è tornato da Vera. In quel frangente si era consumato il duplice omicidio. Nell’appartamento non c’era la primogenita, che è tornata in serata dopo un pomeriggio passato fuori casa e ha compiuto la drammatica scoperta.Il lunedì successivo si sarebbe dovuta tenere un’udienza al Tribunale di Venezia in cui il quarantenne era imputato per maltrattamenti e violenza sessuale ai danni dell’ex moglie. La coppia non si era lasciata bene. L’uomo non avrebbe tollerato la nuova relazione dell’ex compagna e, dopo la separazione, fra i due erano subentrati anche dissidi di natura economica.‍” (cit.https://femminicidioitalia.info)

….10,11,12…..88 vite al 15 novembre 2022, solo in Italia!!!

 

GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE: GLI EVENTI A PALERMO

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