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LE PAROLE DEL DEPUTATO TRIZZINO IN MERITO ALLA RAP

Al Time Magazine su Radio Time si torna a parlare di rifiuti in Sicilia. Dopo l’intervista all’Assessore Regionale Pierobon, oggi il Deputato Regionale Giampiero Trizzino ci ha parlato degli inceneritori, di Rap e della gestione rifiuti in Sicilia.

 

«La gente pensa che l’incenerimento, rapido e immediato, sia la soluzione giusta, ma non è cosi. Anche i paesi che lo hanno utilizzato per anni lo hanno abbandonato. Non è un merito valido per rispettare le direttive europee. A livello inquinante non cambia molto. Tu la materia la devi riutilizzare, ma incenerendola non la puoi utilizzare e quindi vai contro le direttive europee. Non è illegittimo fare un inceneritore. Non togliamo nessun business privato mettendo gli inceneritori, perché le discariche possono sempre chiederlo».

Trizzino ha anche parlato della raccolta differenziata:

«Passi avanti nella differenziata? La raccolta differenziata è aumentata. Ma se non hai l’impianto per trattare la differenziata, tanto vale non farla. L’obiettivo della differenziata, oltre che quello della tutela dell’ambiente, è anche quello di poter rivendere la roba riciclata. Produciamo, ogni anno, circa due milioni e mezzo di rifiuti urbani, ovvero quello dei cittadini».

Il Deputato regionale del Movimento 5 Stelle ha anche parlato della Rap:

«Quando sento la parola Rap mi viene da ridere per non dire piangere. Perché penso sempre alla famosa settima vasca di Bellolampo che è tre anni che la devono finire. Fondamentalmente è un buco a terra (ironizza, ndr). Tre anni per realizzare questo e ci vengono a parlare di impianti. Fate la vasca e poi parliamo del resto. Tornate credibili, perché non lo sono. La male gestione  dei rifiuti? Siamo in infrazione da almeno 20 anni. Non abbiamo un piano di gestione rifiuti dai tempi di Cuffaro. Non avendo un programma regionale che ti dica cosa puoi o non puoi fare, il privato può fare ciò che vuole perché nessuno glielo vieta».

 

È tempo di TARI, ma a Palermo la situazione rifiuti diventa sempre più critica, la risposta di Trizzino in merito:

«Tutti devono pagare la Tari. Ma farlo a Palermo è come andare a fare la spesa, pagare e tornare a casa con i sacchetti vuoti. Io pago un servizio che non c’è. Io pretendo che la città sia uno specchio e Palermo non lo è».

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