Oggi si celebra il Lesbian Visibility Day, la Giornata Internazionale per la Visibilità Lesbica, e mai come adesso è importante sottolineare quanto sia importante raccontare e scrivere le storie di chi, ancora oggi, vive la propria vita con il costante peso degli stereotipi e dei pregiudizi.
Donne che amano altre donne. Molto più semplicemente, donne che amano. Dovrebbe essere questo il messaggio principale e, invece, si assiste costantemente a continue dichiarazioni denigratorie, offese, ingiurie nei confronti di persone che amano altre persone.
L’hashtag #LesbianVisibilityDay è in tendenza sui social da questa mattina e i tweet sono arrivati a toccare quota 60mila nel momento in cui vi stiamo scrivendo.
#LesbianVisibilityDay:
Perché oggi si celebra la Giornata internazionale della visibilità lesbica contro i pregiudizi, gli stereotipi e la discriminazione delle donne lesbiche pic.twitter.com/R1ZIThcejo— Perché è in tendenza? (@perchetendenza) April 26, 2021
Si leggono soprattutto donne che incoraggiano altre donne a non avere paura e liberarsi di un peso enorme, come può essere il coming out, ma anche tantissimi uomini che dimostrano tutto il loro sostegno, ricordando le storie di alcune celebri figure che, nel corso della storia, hanno scritto pagine fondamentali nella lotta al riconoscimento di genere. Tra queste, la prima in assoluto è senza dubbio Saffo. Poetessa greca vissuta intorno al 6° secolo a.C., è stata la prima a scrivere del suo desiderio verso altre donne.
Si parla anche di Mariasilvia Spolato, la prima donna in Italia a fare coming out nel 1972 e, per questo, bollata come ‘indegna’, licenziata e costretta a una vita da clochard fino alla morte nel 2018.
Il #26aprile è il Giorno della Visibilità Lesbica. Io ricordo Mariasilvia Spolato, la prima donna in Italia a dichiarare di amare le donne e per questo bollata come “indegna” nel 1972. Licenziata da insegnante, è diventata clochard, così è morta nel 2018 #LesbianVisibilityDay pic.twitter.com/bMRBECkID9
— radio_zek (@radio_zek) April 26, 2021
Un’altra storia che viene spesso menzionata è quella di Erika e Martina. Sono le fondatrici di una pagina Instagram in cui giornalmente pubblicano screenshot dei messaggi privati che ricevono con le più disparate minacce di morte. Tra le più clamorose quelle in cui si fa riferimento ai campi di concentramento nazisti e ai forni crematori dove, in maniera orripilante scrivono migliaia di omofobi, le due ragazze meriterebbero di bruciare.
Oggi è il #LesbianVisibilityDay. Ma contro l’odio e il pregiudizio c’è bisogno ogni giorno della visibilità delle persone #LGBT pic.twitter.com/rIf7Zb5uWW
— radio_zek (@radio_zek) April 26, 2021
Messaggi forti e devastanti per chiunque ma, per fortuna, non per loro che portano avanti la lotta verso un riconoscimento sociale e umano che ancora tarda ad arrivare in un Paese che si professa civile ed evoluto ma che, a conti fatti, lotta ancora per l’approvazione di una legge (il decreto ZAN più volte rinviato, ndr) che sarebbe un vero e proprio atto di maturità e di rispetto verso migliaia di uomini e donne la cui unica colpa è quella di volere amare e camminare a testa alta senza dovere preoccuparsi di sguardi maligni o, nella peggiore delle ipotesi, aggressioni.
buon #LesbianVisibilityDay !!
letteralmente anni per accettare chi sono e ad oggi sono fiera di essere lesbica, di essere me stessa, e soprattutto ricordate che la parola LESBICA non è un insulto o una parola sporca o cose simili! be proud of you! 🧚🏻♀️ pic.twitter.com/uaKIz2H1NC
— elena🧚🏻♀️ (@vincentndoctor) April 26, 2021
Alcuni utenti si sono soffermati su quanto sia stato sempre difficile parlare di questa giornata e di questa tematica sui social, scavalcata persino da notizie assurde sugli alieni. Quest’anno, finalmente, il Lesbian Visibility Day sta avendo il riscontro che merita. L’evoluzione della società passa anche da qui.