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Un’intera Italia in subbuglio per il profumo di romanticismo che si è respirato alla cerimonia inaugurale della 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Roberto Benigni, in occasione della sua premiazione con il Leone d’oro alla carriera, ha ringraziato la moglie e grande attrice (definita da lui stesso “prediletta”) Nicoletta Braschi con parole pregne di stima, rispetto, riconoscenza e amore.

È quasi sembrato di assistere ad un film della premiazione di un film. Invece, si tratta semplicemente di un momento di arte che sa ben sposarsi con la realtà dalla quale non sa soltanto prendere ispirazione. Alcune volte, è proprio la realtà che sa diventare arte.
Non possiamo certo dimenticare che quello di Benigni è pur sempre anche l’animo di un regista. E il regista, d’altronde, è proprio colui che – con spiccata sensibilità – osserva e capta il mondo per poi tradurlo in emozioni.

Roberto Benigni sa anche essere Pop

Inoltre, l’attore, regista e sceneggiatore fiorentino sa essere con la sua gioia frizzante, discreta ed elegante: un uomo romantico sofisticatamente pop. Della parola “pop” molta gente ha paura e la disdegna. Eppure, pop è una parola bella perché racchiude la capacità spontanea e autentica di saper parlare il linguaggio di tutti. Il bello e la raffinatezza non stanno necessariamente nel ricercato a tutti i costi, nel trasgressivo o nel volgare romanticismo dissimulato per non rischiare di cadere nello smielato. Lo smielato, d’altronde, non ha nulla a che vedere con il romanticismo. Il romanticismo sa profumare le emozioni con la magia del guardare oltre e del poetizzare il vissuto e l’osservato senza ostentarlo o ridicolizzarlo. Il romanticismo ha molto a che fare con la capacità di continuare sempre a sorprendersi e di non dare nulla per scontato.

Soltanto una cosa può far paura del prefisso “pop”, cioè il pop-ulismo. Il populismo abbraccia e non sa disprezzare il pensiero standardizzato e apparentemente giusto. Occorre imparare a non standardizzare ma ad assaporare il tempo, e ad accoglierlo. In un’epoca del sesso facile, ascoltiamo gli occhi di Benigni, le mani di Benigni e le parole di Benigni durante il discorso al Festival di Venezia.
Può insegnarci qualcosa. Quel Benigni potrà starvi anche poco simpatico ma provate ad ascoltarlo. È riuscito a tradurre in realtà (e a suo modo) il valore che un essere umano sa dare all’amore e, indirettamente, a spiegare che bisogna amare sempre.

Le parole di Benigni per la moglie Nicoletta

“Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni di lavoro – ha detto emozionato Benigni – Quanti film abbiamo fatto… Come si fa a misurare il tempo in film? Io conosco una sola maniera di misurare il tempo: con te e senza di te – ha spiegato il regista in quella che è stata una lunga dichiarazione d’amore alla moglie -. Questo premio ce lo possiamo dividere. Io mi prendo la coda, per manifestare la mia gioia, diciamo per farti vedere la mia allegria, e il resto è tuo. Le ali soprattutto, perché se qualche volta nel lavoro che ho fatto qualcosa ha preso il volo è grazie a te, al tuo talento, al tuo mistero, al tuo fascino, alla tua bellezza, al tuo talento di attrice. Quante cose ho imparato osservandoti recitare sul set. Alla tua femminilità. Al fatto di essere donna, che le donne come si sa hanno qualcosa che noi uomini non comprendiamo veramente. Un mistero senza fine, che non comprendiamo”.

La dedica alle donne

“Aveva ragione Groucho Marx quando diceva: ‘Gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta’, ed è la verità ed è così io non ce l’ho fatta ad essere come te, Nicoletta. Quanta luce che emani. La prima volta che ti ho vista ricordo che emanavi talmente tanta luce che ho pensato che il nostro signore facendoti nascere avesse voluto adornare il cielo di un altro sole. E’ stato proprio quello che si dice un amore a prima vista anzi a ultima vista, anzi a eterna vista. Grazie a tutti, grazie”.

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