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Oggi, 20 marzo, non è una data qualsiasi: è la Giornata Internazionale della Felicità, fissata in corrispondenza dell’equinozio di primavera dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il 28 giugno 2012.

E ci appare quantomeno un po’ in contrasto con le notizie che leggiamo ogni giorno. Eppure, dentro le tante situazioni ed emozioni terribili che ci arrivano dai giornali, qualche momento di felicità si è realizzato.

In generale, sono i Paesi scandinavi i più felici. Danimarca, Islanda, Svizzera, Olanda, Canada, Nuova Zelanda, Svezia e Australia. L’Italia è solo 47esima. Eppure, anche nel nostro Paese, anche in questo terribile 2022 (non che il 2020 e il 2021 fossero stati migliori…) si celebra in questi giorni la Giornata Mondiale della Felicità.

Come nel caso di Olga, la 15enne studentessa ucraina che è stata accolta da una famiglia braidese dopo essere fuggita con la mamma dal dramma della guerra. Per lei anche il ritorno a scuola tra i banchi dell’IPS Mucci e l’entusiasmo dei nuovi compagni e dei docenti.

Ecco, la felicità, in questo momento storico, sta proprio in una sola parola: speranza. Che tutto finisca al più presto e che l’odio lasci il posto alla pace. Perché la felicità ha bisogno di libertà per potersi esprimere e non v’è grandezza dove non c’è bontà (e questo lo scriveva già Lev Tolstoj 200 anni fa).

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