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Siciliani di scoglio e di altura, gente in cammino e popolo di speranze al vento si trovano al dunque tutti radunati per il grande evento legislativo dell’anno, la Finanziaria regionale, un popò di legge che ancora deve fare tanta strada per arrivare in porto.

Quest’anno, tra un articolo e un altro e il distanziamento da Covid dentro e fuori il parlamento non ci sono senza neanche gli Asu e gli Lsu a protestare in Piazza del Parlamento. Niente cori da stadio e ola in versione anti casta. A stabilizzarli infatti una norma d’attuazione recepita dall’Ars e rimodulata al fine di chiudere una pagina lunghissima di precariato.

Tra le bugie dei governanti “bianche d’innocenza” e quelle pietose che si raccontano senza rossore, all’Assemblea regionale siciliana è tempo di fare leggi, anzi di fare la legge di stabilità regionale o meno pomposamente intesa, Finanziaria, quella da cui dipendono gli stipendi dei regionali, quelli delle società partecipate, ma anche la spesa sanitaria siciliana e i contributi di funzionamento degli enti locali.

Perché l’appuntamento di Sala d’Ercole è un po’ come il prepartita di un big match che si disputa una volta all’anno. Tutti ci vogliono essere con un posto in prima fila, ma nessuno vuole sporcarsi le mani o mettere un dito nell’acqua calda.

E così non ci sono avanguardie all’opera o spiriti arditi, né sansepolcristi, non c’è una Bastiglia da conquistare e nemmeno un Palazzo d’Inverno. Tra bandierine e gadget ogni categoria dice la sua per avere un posto al sole e una priorità di tutto rispetto nei conti (disastrati) della Regione.

Lo chiedono i forestali pronti allo sciopero e a intasare le strade, perché non si sentono né rispettati o ancor meno stabilizzati, l’aspettano con terrore catartico i pensionati dell’ente per i quali i chiari di luna di ‘mamma Regione’ necessitano di un prelievo forzoso nelle loro tasche e sperano che non diventi un’abitudine; ci ambiscono i comuni spopolati della Sicilia, quelli dove le banche hanno eliminato gli sportelli, in un comune su tre, e ai pensionati rimane solo la Posta per ritirare l’ assegno mensile quasi a celebrare un caro amarcord tra generazioni di vecchi a distanza di un secolo, ma con un mondo  di mezzo che è cambiato a due velocità.

Per i piccoli centri  sono in arrivo 8 milioni di euro e 3 milioni per artigiani e antichi mestieri. Soldi anche per le residenze universitarie e il diritto allo studio, ma in compenso il cacciatore che ha potuto utilizzare la doppietta poco o niente per via delle limitazioni imposte dal Covid avrà un significativo sconto sulla tassa che paga ogni anno.

Nasce il percorso  “siciliano sulle tappe dell’Odissea”, la Grotta di Polifemo a Milazzo o i faraglioni dei Ciclopi, nel golfo di Acitrezza o ancora Scilla e Cariddi, nello stretto di Messina.  Saranno tutti adesso più interessanti per legge con un nuovo editto della bellezza, verrà istituito un fondo per attrezzare i comuni di professionisti da utilizzare per le pratiche urbanistiche. Qualcosa di già visto e che ritorna, all’epoca erano i geometri per le sanatorie.

Del resto rottamatori e rottamati anche in Sicilia non sono mai stati così fatti l’uno per l’altro. I siciliani che non vogliono passare la vita a farsi canzonare dalla politica aspettano e sperano.

 

 

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